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Il messaggio di Bea

La filosofia del lavoro proposta dalla Scuola di Beatrice Bracco, di cui, seguendo le sue indicazioni, ne raccogliamo il testimone, è qui esposta dalla stessa Beatrice mentre parla del suo operato.

"Il lavoro che da trent'anni svolgo insieme ai miei allievi ha come obiettivo quello di condurli, in quanto attori, non a "recitare" ma a vivere l’esperienza del personaggio sul palcoscenico senza chiudere, come spesso accade per mancanza di fiducia, i canali dell’esperienza stessa e cioè i propri sensi, la propria emotività. Questa operazione di separazione da sé equivale ad una morte; l’esperienza invece è un “ex perire” un fuori dal morire, un unirsi a ciò che è in vita e che fluisce qui ed ora nel proprio respiro. Un attore deve scoprire che sul palco può vivere e non solo sopravvivere: invece che dare spazio alla paura di non funzionare è necessario nutrire la gioia di creare. È importante, per essere presente sul palcoscenico, sviluppare il processo creativo attraverso l’autoconoscenza che parte dalla centralità e dall’osservazione; intendo quest’ultima non nel senso di mera elaborazione mentale, che ci allontana inconsapevolmente dalla percezione, ma come un mettersi in ascolto di sé, degli altri e della vita stessa. Affidarsi all’esperienza, a ciò che è qui ed ora in movimento, richiede un training disciplinato e specifico che faccia acquistare fiducia al corpo stesso dell'attore, ne riduca le tensioni e apra i suoi canali facendogli desiderare il rischio del “non sapere” piuttosto che soffrirne. I cambiamenti che un attore opera su di sé, quando nel corso del training accetta di entrare in un processo vivo, di esserne spiazzato, senza anticipare le risposte ma anzi elaborandone di nuove, sono evidenti.
Dar vita ad un personaggio vuol dire creare un altro da te stesso, trasformare l’io privato in io creativo, sviluppare tutte le possibilità consce e inconsce. Risvegliare quella conoscenza che risiede nell’emisfero destro del cervello: se cerchiamo delle risposte solo nella logica lineare, ci allontaniamo dalla creatività, perché la vera creatività è scoperta e, per scoprire, dobbiamo lasciare che la realtà ci venga incontro, ci sorprenda, ci abiti, affinché, man mano che noi creiamo, essa ci crei. Questo diventa possibile solo se la nostra apertura è totale.
Non dobbiamo dimenticare che il canale attraverso il quale riceviamo l’informazione è quello dell’inconscio. La via al personaggio non parte dall’io quotidiano dell’attore, bensì dal suo io potenziale, spesso nascosto nel subconscio; perciò, negli ultimi anni di insegnamento, parte del mio lavoro tende a esercizi mirati a contattare l’emisfero destro del cervello dove risiedono l’intuizione e la creatività. Un artista che commuove è un artista che si commuove, che riesce ad essere in contatto, che prova empatia e sa entrare dentro un personaggio e uscirne con qualche consapevolezza in più: deve poter accedere alla percezione, andare oltre la logica lineare con la fiducia che c’è una sorgente alla quale si può attingere. Non basta allenare la voce, il corpo, la memoria - esercitazioni che fanno comunque parte del training – ma è necessario diventare consapevoli dei processi dell’animo umano.
Parlo continuamente di “training” e non di “metodo” perché un metodo si basa su risposte già trovate, su un sapere cristallizzato e statico che si sforza di ricondurre il flusso degli eventi a strumenti già in suo possesso. Il mio “lavoro” vive nel presente, parte dalla domanda e dall’apertura che la domanda porta in sé e si nutre dell’esperienza di ciò che è. Mi piace ricordare le parole di Stanislavskij “gli artisti che non vanno avanti, v
anno indietro”.

Alla base del lavoro proposto c’è lo studio e la rielaborazione personale degli insegnamenti di Stanislvskij e degli insegnanti e registi che hanno continuato la sua ricerca come Vachtangov, Suler, Strasberg, Peter Brook, Growtowsky e l’approfondimento di discipline e pratiche diverse, dirette a trasformare l’energia, a favorirne l’espressione nell’emisfero destro del cervello e l’accesso al subconscio (Bioenergetica, Gestalt, Antroposofia, Taoismo, Tradizione Indio dell’America latina, Musica, Danza terapia e altre).
B.B.